Il museo di pittura murale di San Domenico apre ancora una volta le sue porte all’arte contemporanea: dopo il successo della retrospettiva su Paul Jenkins, da sabato 18 aprile (inaugurazione alle ore 17) al 28 giugno spazio a «L’officina immaginifica di Jiri Kolar», la personale del grande artista contemporaneo ceco scomparso nel 2002. Oltre cento opere saranno esposte nelle sale del museo del complesso di San Domenico, più circa quaranta alla galleria Open Art di viale della Repubblica 24, alla scoperta dell’intellettuale cosmopolita e profondamente innestato in una storia di tradizione alle radici dell’Europa contemporanea, interprete altissimo di quell’inquietudine culturale che ha connotato il XX secolo.
L’esposizione rappresenta la prima ampia retrospettiva dedicata a Kolar in Italia dalla sua morte: «All’inaugurazione sarà presente il console della Repubblica ceca, è una mostra di altissimo livello – sottolinea Mauro Stefanini, direttore della Galleria Open Art, che ha curato l’esposizione assieme a Francesca Pola – per capire quanto sia importante basta riferire che Jiri Kolar da vivente ha fatto tre mostre al Guggenheim di New York. Un’arte elevata a livello culturale, rappresenta uno dei massimi artisti sulla lavorazione del collage: riesce a trasformare tutto e raccoglie a piene mani la cultura legata all’arte». Tra le opere, materiali inediti esposti anche al Museum Haus Lange di Krefeld e al Solomon Guggenheim di New York. Tanto appare criptico il suo collage da venire addirittura incarcerato, perché il regime comunista credeva che, con le sue opere, inviasse messaggi criptati all’Occidente. Un altro nome di primo piano che si inserisce all’interno delle sale del museo di pittura murale. «Ci è piaciuto ritentare questa esperienza con l’arte contemporanea – evidenzia Claudio Cerretelli, direttore dei musei diocesani – con un artista amatissimo in Francia, in America ed esposto in tutta Europa. L’inserimento di opere come queste nel museo, ancora in fase di ristrutturazione, appare positivo perché Kolar basa la sua filosofia proprio sulla conoscenza dell’arte, della poesia e della cultura antica, quindi la commistione tra le sue opere modernissime e il contesto medievale dei nostri spazi appare veramente significativa». «Un artista colto – sono le parole di don Giuseppe Billi della Commissione di arte sacra della diocesi – che per me ha un significato particolare. Un nome che ha teso la mano all’antico, con un occhio anche alla religiosità».
Come detto, l’inaugurazione è sabato 18 aprile alle 17; gli orari di apertura sono i seguenti: al museo di pittura murale le opere sono visibili dal lunedì alla domenica (chiuso il martedì) dalle 14 alle 20, mentre alla galleria Open Art dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19,30 e il sabato dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30. Sempre ingresso libero. La mostra ha il Patrocinio del Comune di Prato.